sabato 31 dicembre 2011

Auguri per un 2012 senza sigarette

La salute: il miglior investimento per il 2012.
Guglielmo Lauro

venerdì 30 dicembre 2011

ITC Gallo: attività di prevenzione del fumo di tabacco

I giovani rappresentano la risorsa più importante per il futuro di una società: promuovere la loro capacità di fare scelte di salute, di tutelare la propria integrità fisica e mentale, con senso critico e decisione, è una responsabilità a cui le strutture sanitarie preposte e la scuola non possono sottrarsi.
L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Alfonso Gallo” di Aversa, una struttura notoriamente attiva e attenta ai bisogni del territorio, nell’ambito dei progetti di educazione alla salute è pronta a promuovere in maniera efficace la lotta al tabagismo in tutta la popolazione scolastica (docenti, personale non docente e ragazzi). Nel costruire e difendere un ambiente scolastico libero dal fumo, molti, tra ragazzi e docenti, hanno manifestato il loro consenso ad aderire a detta iniziativa in maniera concreta, chiedendo un accesso privilegiato a programmi che li aiutino a smettere di fumare. Pertanto la prof.ssa Maria Iorio, raccolti detti consensi e fattasi promotrice di tale azione antitabagismo, si è attivata per predisporre un protocollo d’intesa con il Dipartimento Dipendenze dell’ASL Caserta. In attesa che si realizzino in maniera fattiva gli accordi ASL/Scuola si propone un questionario anonimo, che consiste in un’indagine conoscitiva del fumo nella scuola. Tale questionario avrebbe lo scopo di stimolare a riflettere sul problema del fumo, oltre a costituire un successivo strumento di verifica. Le risposte, raccolte in un database, verranno comunicate e restituite sotto forma di grafici in modo che potranno essere oggetto di discussioni, di confronto, nonché di ulteriori sviluppi.

INDAGINE CONOSCITIVA SUL TABAGISMO - ITC GALLO



La Scuola sia garante del Diritto alla Salute!

Risultati dell'indagine conoscitiva sul tabagismo ITC Gallo (a.s. 2011/12) in base ai questionari inviati



martedì 27 dicembre 2011

Fumo di sigaretta e aria irrespirabile nelle carceri sovraffollate: sì all'ora d'aria, ma solo d'aria pulita!


In occasione delle festività natalizie, papa Benedetto XVI si è recato al carcere romano di Rebibbia esprimendo parole di conforto ai detenuti e facendo riferimento alla dignità umana che spesso viene negata a causa del sovraffollamento. Problema questo molto sentito e per il quale il Ministero di Giustizia ha varato recentemente il cosiddetto decreto svuota-carceri. Tuttavia, Papa Benedetto XVI nella sua visita al carcere continua dicendo: "Siamo caduti, ma siamo qui per rialzarci". Parole sante, abbiamo tutti bisogno di rialzarci: la società di diritto e la società carceraria cui però bisognerebbe fornire gli opportuni strumenti. La società carceraria va risollevata con il lavoro, con percorsi di recupero che insegnino il valore della vita e il rispetto dei diritti degli altri, promuovendo condotte comportamentali corrette e stili di vita salutari (compresa la cessazione del fumo di tabacco).
Piuttosto, desta qualche perplessità il recente dono in sigarette del cardinale Crescenzio Sepe che, in occasione del pranzo organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio di Napoli il 27.12.11 presso l’OPG di Secondigliano, ha portato in regalo, oltre ad abbonamenti per la pay-tv, stecche di sigarette per i detenuti. Oramai tutti sanno che il fumo uccide… e regalare pacchetti di sigarette ai detenuti al giorno d’oggi suona quasi come una cinica soluzione al sovraffollamento delle carceri.
In molti oramai si lamentano dell’alto livello di fumo di tabacco negli istituti penitenziari in quanto esso rappresenta un serio rischio per la salute del personale che vi lavora, oltre che per i detenuti. Suona strano, ma proprio nei penitenziari dove il rispetto delle regole è il principio fondamentale, dove gli sforzi sono rivolti a rendere tali istituti più sani, più sicuri e con meno pericoli d’incendio, paradossalmente, proprio lì, vengono concesse eccezioni potenzialmente molto dannose per la salute della persona: fumare ovunque e senza limiti.
Tanto è vero che da alcuni anni sono stati approvati progetti regionali (soprattutto nell’Italia settentrionale) finalizzati alla sensibilizzazione contro il fumo di sigaretta in luoghi come il carcere ove spesso è più difficile intervenire e dove la cosiddetta Legge Sirchia viene abitualmente disattesa. È pur vero che per molti detenuti instabili a causa dell’astinenza da alcol o droghe, le sigarette possono talora costituire una sorta di sostitutivo, ma ci sono interventi appropriati che vanno eventualmente potenziati anche alla luce del fatto che la dignità della persona umana non va trascurata neppure in questi luoghi. 
D’altra parte se un detenuto non fuma o ha deciso di smettere di fumare, non è giusto che qualcun altro fumi davanti a lui. Insomma sbandierare stecche di Marlboro non sembra il miglior modo per promuovere l’umanizzazione delle carceri e tenere in giusta considerazione la salute di coloro che sono ristretti. Anche se va sottolineato che, stante la condizione molto degradata in cui abitualmente versano gli OPG non è certamente proponibile far spegnare le sigarette finché si continua a spegnere la progettualità degli internati che spesso necessitano di tutto, dal vestiario alla toilette (dal bagnoschiuma alla carta igienica).
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 5 dicembre 2011

05.12.2011: Il fumo nella giornata nazionale della salute mentale

Orientativamente una sigaretta su tre è fumata da una persona con un disturbo mentale. La diffusa convinzione che le persone con malattie psichiatriche siano incapaci di smettere di fumare deve essere modificata. Da una recente revisione della letteratura sulla cessazione del fumo in psichiatria (Network of Health Promoting Hospitals in Denmark, March 2007) sono stati evidenziati diversi luoghi comuni che sono riportati sulla colonna a sinistra; nella colonna destra è riportato l’orientamento attuale in materia di tabagismo.
Smettere di fumare non è prioritario nei soggetti psichiatrici
Il fumo è la causa di morte della metà dei soggetti psichiatrici, smettere è assolutamente prioritario (migliora la salute mentale e fisica dei pazienti psichiatrici)
I malati mentali non possono né vogliono smettere
esprimono interesse e riescono a smettere se adeguatamente sostenuti
Smettere vuol dire peggiorare da un punto di vista psichico
se adeguatamente sostenuti è vero proprio il contrario e poi smettere di fumare permette di ridurre il carico psicofarmacologico
I malati mentali devono fumare anche durante il trattamento
non vi è alcun rischio in ciò, i trattamenti possono essere prolungati e i dosaggi possono essere elevati
Il fumo è socialità per i malati di mente
assorbe molte risorse e comporta limitate possibilità di lavoro e di riscatto sociale
I trattamenti per smettere di fumare non funzionano sui malati mentali
la cessazione tende ad essere un processo più lento nelle persone con disturbi psichici, ma è possibile

Attualmente si ritiene che il fumo sia una concausa nell'insorgenza di disturbi di tipo psicologico come ansia e depressione. La letteratura scientifica attuale sottolinea che il tabagismo impatta sfavorevolmente sul trattamento psichiatrico ed è associato con incrementati sintomi depressivi e comportamento a rischio di suicidio (1). Fumare potrebbe costituire una strategia di coping disadattiva per gestire l'ansia (2). In altre parole il fumo di tabacco non è un sollievo dello stress, ma piuttosto è il fallimento del tentativo di smettere a generare l'ansia (3).
Peraltro, nel fumo di sigaretta sono state isolate sostanze ansiogene come la FG-7142 (metilammide dell'acido beta-Carboline-3-carbossilico); più precisamente detta sostanza è un agente ansiogeno che non si trova nella sigaretta stessa, ma nel fumo di sigaretta (4). La FG-7142 ha un'alta affinità per il sito di legame delle benzodiazepine nel cervello (5). Detto sito di legame si trova specificamente tra le subunità γ e α del recettore GABA-A, e lì la FG-7142 agisce come antagonista "attivo", cioè in maniera opposta alle benziodiazepine (che sono ansiolitiche) e quindi come antagonista inverso. Infatti, detta sostanza, differentemente rispetto alle benzodiazepine, determina un effetto ansiogeno, riducendo il tono gabaergico cerebrale (6, 7).
Sempre nell'ambito dello spettro delle patologie ansiose va menzionato il disturbo di panico per il quale è ormai accettato ampiamente un ruolo causale del fumo di tabacco (8).
Il fumo di sigaretta può influenzare, peraltro, gli aspetti della suicidalità nella schizofrenia, patologia psichiatrica in cui la prevalenza del fumo di sigaretta è significativamente superiore rispetto a quella della popolazione generale (9). I risultati di uno studio rivelano che i fumatori affetti da schizofrenia mostrano più alti tassi di ospedalizzazione, tentativi di suicidio nel corso della vita, effetti collaterali da trattamento antipsicotico, psicopatologia, impulsività, depressione, ansia e rischio di suicidio rispetto ai non fumatori affetti da schizofrenia (9).
Dunque, in considerazione della notevole morbilità e mortalità associata al fumo di sigaretta, è assolutamente necessario individuare trattamenti per promuovere la cessazione dell'abitudine al fumo e affrontare condizioni di comorbidità psichiatriche contemporaneamente (10). Il trattamento del tabagismo non danneggia il recupero della salute mentale (1).
Dunque fondamentalmente devono essere investite più risorse sulla popolazione psichiatrica, e i clinici devono essere più decisi nel chiedere ai pazienti se sono interessati a smettere di fumare.

1. Prochaska JJ: Failure to treat tobacco use in mental health and addiction treatment settings: a form of harm reduction? University of California-San Francisco, 401 Parnassus Avenue, San Francisco, CA 94143-0984, USA. JProchaska@ucsf.edu. Drug Alcohol Depend. 2010 Aug 1;110(3):177-82.
2. McCabe RE, Chudzik SM, Antony MM, Young L, Swinson RP, Zolvensky MJ: Smoking behaviors across anxiety disorders. Department of Psychiatry and Behavioural Neurosciences, McMaster University, Anxiety Treatment and Research Centre, St Joseph's Healthcare, 50 Charlton Ave. East, Ont, Hamilton, Canada L8N 4A6. rmccabe@stjosham.on.ca. J Anxiety Disord. 2004;18(1):7-18.
3. McDermott MS, Marteau TM, Hollands GJ, Hankins M, Aveyard P: Change in anxiety following successful and unsuccessful attempts at smoking cessation: cohort study. Florence Nightingale School of Nursing and Midwifery, King's College London, James Clerk Maxwell Building, 57 Waterloo Road, London SE1 8WA, UK. mairtin.mcdermott@gmail.com. Br J Psychiatry. 2013 Jan;202:62-7.
4. Manabe S, Juan Y, Wada O, Ueki A, Kanai Y: N-Methyl-beta-carboline-3-carboxamide (FG 7142): An anxiogenic agent in cigarette smoke condensate and its mechanism of formation. Department of Hygiene and Preventive Medicine, Faculty of Medicine, University of Tokyo, 7-3-1 Hongo, Bunkyo-ku, Tokyo 113, Japan. Environ Pollut. 1995;89(3):329-35.
5. Ninan PT, Insel TM, Cohen RM, Cook JM, Skolnick P, Paul SM: Benzodiazepine receptor-mediated experimental "anxiety" in primates. Science. 1982 Dec 24;218(4579):1332-4.
6. Dorow R, Horowski R, Paschelke G, Amin M: Severe anxiety induced by FG 7142, a beta-carboline ligand for benzodiazepine receptors. Lancet. 1983 Jul 9;2(8341):98-9.
7. Dorow R: FG 7142 and its anxiety-inducing effects in humans. Br J Clin Pharmacol. 1987 June; 23(6): 781–782.
8. Bertoli G, Cosci F: I disturbi affettivi nei fumatori. Tabaccologia 2011; 4:33-38.
9. Kao YC, Liu YP, Cheng TH, Chou MK: Cigarette smoking in outpatients with chronic schizophrenia in Taiwan: relationships to socio-demographic and clinical characteristics. Department of Psychiatry, Songshan Armed Forces General Hospital, Taipei, Taiwan, Republic of China. freud001@ms45.hinet.net. Psychiatry Res. 2011 Dec 30;190(2-3):193-9
10. Ait-Daoud N, Lynch WJ, Penberthy JK, Breland AB, Marzani-Nissen GR, Johnson BA: Treating smoking dependence in depressed alcoholics. Department of Psychiatry and Neurobehavioral Sciences, University of Virginia, Charlottesville, Virginia, USA. Alcohol Res Health. 2006;29(3):213-20.
Guglielmo Lauro
(medico)
vedi anche:
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Foto: "Disagio Mentale" - Concetta Di Lillo (ITIS "Giordani" - Caserta)
1a classificata Concorso Fotografico "Il Buio e il Colore: uno scatto di...follia!",  organizzato  dalla UOSM dell'ASL Caserta in collaborazione con l'Istituto Professionale "E. Mattei" di Caserta.

giovedì 1 dicembre 2011

1 dicembre: World AIDS Day - Giornata Mondiale dell'AIDS

Quello che non fa l’HIV, lo fa il fumo….”
Lo sappiamo tutti che il fumo è pericoloso e che smettere di fumare può migliorare la salute e ridurre il pericolo delle malattie tipicamente connesse al fumo, a prescindere del fatto che si tratti di un sieropositivo o no. Tuttavia, una cosa a cui spesso non si pensa è che il fumo sia ancora più dannoso alla salute nel sieropositivo.
È stato osservato che i fumatori con infezione da HIV vanno incontro ad esiti peggiori rispetto ai non fumatori e l'eccesso di rischio associato al fumo è statisticamente significativo.
Oggi le persone sieropositive, grazie alle terapie antiretrovirali, hanno una prospettiva di vita molto lunga; probabilmente in molte di esse l’AIDS non si manifesterà mai; sarebbe un peccato che, dopo tanti sforzi per tenere sotto controllo la malattia, altri fattori, in particolare i tumori e l’infarto, fossero causa di morte o comunque di una qualità della vita molto bassa. Dunque la cessazione del fumo può rappresentare non solo un metodo efficace per ridurre l'impatto giornaliero dell'infezione da HIV, ma anche degli effetti collaterali della terapia antiretrovirale. 

Guglielmo Lauro

mercoledì 2 novembre 2011

No al fumo nei cimiteri (anche se sono dei luoghi aperti)!

Non è un bel vedere l’atteggiamento irriverente e irrispettoso di coloro che tra loculi e cappelle si fumano tranquilli e beati la loro sigaretta per poi gettarla nei vialetti o fra le tombe scavate a terra.
Comportamento inaccettabile ed offensivo soprattutto per coloro che considerano il cimitero come un luogo sacro, simbolo di fede e spiritualità. In tal caso, il fumo può rappresentare una profanazione di questi spazi e una mancanza di rispetto per coloro che li frequentano.

I regolamenti comunali dei cimiteri del Centro Nord spesso precisano chiaramente il divieto di fumo in detti luoghi, ma nell’Italia meridionale tale divieto assume i contorni aleatori di una nuvola di fumo, se non addirittura arrivare a precisare che il divieto riguarda solo i locali chiusi del cimitero (es. Comune di Lecce) ...della serie i morti non ti vedono e i vivi non ci badano!

Guglielmo Lauro
(medico)

domenica 2 ottobre 2011

Immigrazione: da gennaio a settembre 450mila euro in fumo!!!

La solidarietà ha un costo in ogni dove, ma quella che l'Italia riserva ai migranti che giungono all'isola di Lampedusa costa di più. Il menù prevede vitto, alloggio, vestiti, un po' di euro per telefonare (una scheda da 5 euro ogni dieci giorni) e pure un pacchetto di sigarette al giorno, naturalmente tutto gratis. Nessuno discute le politiche di accoglienza per quei poveracci che sbarcano a Lampedusa, ma comprar loro anche le sigarette pare un controsenso oltre che un'esagerazione.
Dall'inizio del 2011, lo Stato italiano ha dato alla "Lampedusa Accoglienza", la cooperativa che gestisce sull'isola il ricovero degli immigrati che lì sbarcano, anche una quota da destinare all'acquisto di un pacchetto da 10 sigarette al giorno per ciascun immigrato maggiorenne. La cifra, come sottolinea Mariateresa Conti de "il Giornale", fa parte del "pacchetto" non di sigarette, ma di 33,42 euro al giorno per ogni immigrato che il Ministero dell'Interno assegna alla cooperativa (secondo quanto stabilito dal capitolato di appalto con il Viminale). Tra le varie voci riportate nel prospetto analitico, c'è per l'appunto quella delle sigarette che, da gennaio a settembre 2011, è arrivata a 450mila euro. Alla fine dell'anno, insomma, dovrebbe trattarsi di circa 600mila euro, molto di più di 1 miliardo delle vecchie lire, non proprio bruscolini, insomma... Una cifra consistente che dà anche l'idea del business che si sviluppa attorno al dramma dell'emergenza immigrazione.
Certo, gli immigrati vanno aiutati e sostenuti quando sbarcano sull'isola senza più nulla. Ed ecco quindi le legittime spese per i pasti (tre al giorno), i vestiti, perfino per le schede telefoniche per consentire loro di chiamare a casa. Ma senza sigarette non possono proprio stare? E perché mai uno Stato, che combatte il fumo e sui pacchetti fa scrivere chiaramente che il fumo nuoce alla salute, poi passa dal tabaccaio a prenderle e stacca pure un assegno bello corposo? 
A parte il fatto che con la fornitura di Marlboro agli immigrati il Governo e il Ministero della Salute smentiscono le campagne anti-fumo (e anti-cancro), non si capisce perché lo Stato debba spendere soldi dei cittadini per avvelenare i migranti. 
Ma quella voce di capitolato sulle "sigarette" davvero non si potrebbe eliminare e destinare gli stessi soldi ad altri progetti, magari sempre su Lampedusa? Sia per gli immigrati stessi che per i lampedusani. Che poi questi ultimi, volenti o nolenti, sull'isola restano tutto l'anno; e sicuramente non vorranno passare le giornate anche a spazzare le cicche degli immigrati.
 

sabato 1 ottobre 2011

Ottobre: mese della prevenzione dentale - uno dei capisaldi della prevenzione e igiene orale è non fumare

Il Mese della Prevenzione Dentale si realizza ogni anno durante tutto il mese di ottobre e ha lo scopo di diffondere un'adeguata cultura alla prevenzione e all'igiene orale, dando la possibilità alle famiglie italiane di usufruire di una visita dentistica gratuita presso gli studi dentistici aderenti all'iniziativa.

La bocca del fumatore è sovente colpita da gengivite, che s'insinua gradualmente nei tessuti più profondi del parodonto, causandone anche l'infiammazione che può con il tempo, con la recessione gengivale, determinare la caduta dei denti.

L'uso di tabacco in qualsiasi forma sembra aumentare in modo sostanziale il rischio di carie dentale; i cambiamenti nella microflora orale a causa di consumo di tabacco e l'eventuale associazione di alcol può avere un ruolo fondamentale nell'iniziazione e nella progressione della carie dentaria (1, 2).

Il fumo provoca principalmente un annerimento delle superfici dentarie, specie nel versante linguale. Tale pigmentazione scura, tenacemente attaccata al dente, non riesce ad essere rimossa con la normale pulizia domestica (spazzolino, dentifricio e filo interdentale) e richiede un intervento professionale (dentista o igienista) periodico. Le macchie da fumo favoriscono l’accumulo di placca batterica intorno ai denti. Peraltro, anche l'abbassamento delle difese immunitarie causato dal fumo contribuisce all'aumento di placca batterica orale con conseguente alito cattivo oltre alla carie. Quindi se è importante rimuovere la placca, ancora più importante è rimuovere la causa principale della placca: il fumo di sigaretta! 
Inoltre, numerosi studi dimostrano che il fumo incide (con relazione dose dipendente) sui risultati della terapia parodontale in quanto i fumatori sottoposti a terapia hanno percentuali di successo minori rispetto ai non fumatori. Il tabacco, essendo un vasocostrittore periferico, influenza la velocità di guarigione delle ferite a livello orale, rendendo più lenti e meno efficaci tutti i processi di guarigione all’interno della bocca. Ovviamente, questo discorso vale anche per gli interventi di chirurgia implantare, la cui percentuale di fallimento è più che raddoppiata nei fumatori rispetto ai non fumatori (Nobili A: Stop al fumo. Elisir di Salute, Anno VIII/6 p. 30; novembre/dicembre 2007). Peraltro, va rimarcato che la durata di un impianto può essere ridotta dal fumo di sigaretta.

Per quanto riguarda i tumori della bocca, questi nell'80-90% dei casi sono provocati dal fumo; non fa differenza se di sigaretta, sigaro o pipa. Infine, studi recenti (3) hanno evidenziato che l'esposizione al fumo passivo rovina i denti dei bambini, per cui quelli di età compresa fra i 10 e i 15 anni che frequentano ambienti in cui è presente fumo di tabacco presentano una più elevata prevalenza di carie nei denti decidui e permanenti.

1) Rooban T, Vidya K, Joshua E, Rao A, Ranganathan S, Rao UK, Ranganathan K: Tooth decay in alcohol and tobacco abusers. Department of Oral and Maxillofacial Pathology, Ragas Dental College and Hospital, Chennai, India.J Oral Maxillofac Pathol. 2011 Jan;15(1):14-21.
2) Billings RJ, Berkowitz RJ, Watson G: Teeth. Eastman Department of Dentistry, University of Rochester, School of Medicine and Dentistry, Rochester, New York 14620, USA. ron_billings@urmc.rochester.edu. Pediatrics. 2004 Apr;113(4 Suppl):1120-7.
3) Carbajosa García S, Llena Puy C: [Relationship between tobacco smoke and dental caries in school children at the valencian country]. Departamento 9 de Atención Primaria, Agencia Valenciana de Salud, Valencia, España. Rev Esp Salud Publica. 2011 Apr;85(2):217-25.

Guglielmo Lauro

domenica 25 settembre 2011

Giornata Mondiale per il Cuore (World Heart Day) 2011


La Giornata Mondiale per il Cuore (World Heart Day) è celebrata in tutto il mondo nell'ultima settimana di settembre; per quest'anno è fissata ufficialmente al venerdì 29 settembre ed in Italia è anticipata al 25 settembre. 
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di invalidità a lungo termine con un conseguente peso sia economico che morale sulle famiglie.
Solo in Italia si contano, ogni anno, 12 milioni di persone colpite da malattie cardiovascolari: sono circa 195mila i casi di ictus mentre gli infarti sfiorano quota 160 mila. Gli ambulatori che aderiscono a tale iniziativa, apriranno le loro porte per effettuare check-up gratuiti, perché si sa "prevenire è meglio che curare".
Il focus della Giornata Mondiale per il Cuore 2011 è “One World One Home One Heart” e coinvolge la casa come epicentro della nostra esistenza, come risorsa primaria di iniziative per una vita sana.
La World Heart Federation ha individuato quattro semplici passaggi, da seguire nella vita quotidiana:
1) Smettere di fumare: il fumo di tabacco causa un quinto delle malattie cardiovascolari in tutto il mondo. Il rischio di malattia coronarica è ridotto della metà anno 1 dopo aver smesso. Il rischio cardiovascolare tende ad azzerarsi 15 anni dopo aver smesso.
2) Mangiare sano: una dieta sana a basso contenuto di grassi saturi e sale, ma ricca di frutta e verdura aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari oltre ad aiutarci a raggiungere il peso corporeo ideale.
3) Corretto stile di vita: limitare la quantità di tempo trascorso davanti alla TV a meno di due ore al giorno; privilegiare attività all'aperto per la famiglia e, quando è possibile, invece di usare l'auto, prendere la bicicletta o muoversi a piedi.
4) Conoscere i propri numeri: pressione arteriosa, colesterolemia, glicemia, indice di massa corporea, rapporto vita/fianchi.

Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 15 agosto 2011

Fumo e aria fritta!

Avanza la tecnologia degli additivi delle sigarette, si pubblicizzano modi di fumare più ricercati, spacciati come stilosi o di nicchia, con restyling esclusivi dei pacchetti, per cui le minacciose scritte bordate di nero passano in secondo piano. I nostri occhi oramai si sono abituati ai vari health warnings "il fumo uccide”, "il fumo nuoce a chi mi sta intorno", etc. ... insomma abbiamo sviluppato una “tolleranza” a queste scritte che oramai non ci fanno più effetto.
Peraltro, è stato appurato che le campagne anti-fumo, se troppo aggressive, rischiano di essere controproducenti. Ricerche recenti hanno evidenziato che l'uso d’immagini molto inquietanti concepite per spaventare e disgustare il fumatore in modo da indurlo a smettere, essendo particolarmente impressionanti, provocano una reazione di evitamento difensivo per cui il fumatore cercherà di non osservarle distogliendo l’attenzione da esse (Leshner G, Bolls P, Thomas E: Scare' em or disgust 'em: the effects of graphic health promotion messages. Department of Strategic Communication, School of Journalism, University of Missouri, Columbia, MO 65211, USA. leshnerg@missouri.edu. Health Commun. 2009 Jul;24(5):447-58).
La Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco (FCTC) stabilisce che almeno il 30% della superficie dei pacchetti di sigarette debba essere occupata da una messa in guardia contro gli effetti nocivi del fumo; quindi alle strategie di marketing destinate alla vendita di sigarette non rimane che puntare alla superficie dedicata al naming e al brand con l’obiettivo di trasmettere al prodotto in qualche modo i desideri, le propensioni e le richieste del consumatore. Presto fatto!
Ecco che si uniscono i gusti del tabacco ai gusti sportivi con le sigarette "Napoli" i cui pacchetti ricordano le maglie della squadra di calcio, o si associano i gusti politici con le sigarette "Terre del Nord Padania" il cui pacchetto è di un bel verde Lega. Queste ultime sigarette sono attualmente disponibili solo nella provincia di Bergamo ma la “selezione dei migliori tabacchi della Val Padana” dal prossimo settembre sarà in commercio su tutto il territorio nazionale per cui non solo i “leghisti” accendendo una Padania postranno indurirsi la voce e le arterie, ma “il gusto unico e incorreggibile delle Terre del Nord” così come fascinosamente recita la confezione, sarà ahinoi disponibile su tutto il territorio nazionale.
Sembra che la pressione delle strategie di marketing relativamente ad un prodotto spazzatura alias droga legale come le sigarette trovi terreno fertile soprattutto in una società bombardata da spazzatura di ogni tipo: il cosiddetto junk food cibo spazzatura (fatto di patatine, merendine e piatti surgelati) che secondo recenti studi può provocare un effetto simile a quello delle droghe, lo spam o pubblicità spazzatura che invade fastidiosamente la nostra email, la perenne emergenza rifiuti con minidiscariche disseminate lungo i margini delle strade, l'incubo delle scorie nucleari da smaltire, la TV spazzatura che ci propina salotti televisivi con i vip del momento (un campionario di superficialità fra tronisti, veline, gieffini e figuranti vari), per non parlare dei reality con gente (della sottospecie di cui sopra) che litiga e si vende all’insegna della spettacolarizzazione.
È come una giostra costruita nel bel mezzo di un letamaio: chi sta a guardare si prende gli schizzi… schizzi di ignoranza, conformismo, maleducazione, indifferenza e via dicendo; così la sudditanza alle mode e la carenza di valori contraddistingue una società fondata sull’apparire piuttosto che sull’essere. 



E i modi di essere degli anni Settanta e Ottanta saccheggiati a piene mani soprattutto nell’esplicita consuetudine al fumo di sigaretta aleggiano, come insopprimibile retaggio, nella società attuale tanto da ricordare i personaggi di disarmante insulsaggine tratti dal film Zoolander (2001, efficacissima e graffiante satira sul mondo di oggi) di cui si allega breve video.

martedì 2 agosto 2011

Ricordarsi dei fedeli amici a 4 zampe non significa solo non abbandonarli quando si va in vacanza, ma anche non farli subire il fumo dei loro padroni

Il fumo passivo non nuoce soltanto alla salute delle persone che ci stanno intorno, ma è particolarmente pericoloso per il benessere dei nostri fedeli amici a quattro zampe (1,2,3,4,5,6). A quanto risulta da una recente ricerca, pare che in molti casi l’amore indirizzato ai cuccioli da parte dei loro padroni fumatori superi quello rivolto a sé stessi, costituendo un valido stimolo a smettere di fumare (7). Sembra proprio che molti proprietari di animali domestici inconsapevoli dell’effetto deleterio delle sigarette sulla salute dei loro cuccioli, si siano però convinti a smettere di fumare quando hanno appreso che un ambiente impregnato di fumo è particolarmente tossico per questi ultimi (7).
L’esposizione al fumo di sigaretta provoca danni al DNA innanzitutto al tessuto oro-faringeo dei cani (8).
Le componenti rilasciate dall’emissione del fumo hanno un peso specifico per cui tendono a depositarsi sul pavimento dove abitualmente i cani stazionano, aspirando, dunque, queste sostanze; inoltre va considerato che essi sono soliti leccarsi il pelo, altra superficie dove le sostanze nocive si possono depositare con facilità. Secondo detto studio un fumatore su tre smetterebbe di fumare sapendo che il fumo passivo danneggia il proprio animale da compagnia e un fumatore su dieci chiederebbe ad altri fumatori conviventi di smettere per lo stesso motivo (7).
Il fumo passivo è stato associato a tumori linfonodali, nasali (9) e polmonari (10,11), oltre ad allergie, patologie oculari e cutanee e problemi respiratori sia nel cane sia nel gatto spesso ancora più vulnerabile. I cani con alti livelli di esposizioni al fumo di tabacco presentano un rischio significativamente maggiore di sviluppare dermatite atopica rispetto ai cani non esposti (12). Inoltre, i cani a muso lungo, quali collie e levrieri, se vivono in un ambiente di fumatori vedono raddoppiata l’incidenza di tumori al naso (13).
Dunque, avere un cane può aumentare la motivazione a smettere di fumare perché i proprietari di cani oltre a preoccuparsi della salute e del benessere del proprio animale domestico sono catturati dalle sue manifestazioni di affetto e dalle sue necessità (le dovute passeggiate, la spazzolatura quotidiana, etc.). Cosicché smettere di fumare può non solo migliorare la salute del proprietario, ma anche permettergli di godere di più tempo e di una migliore qualità di vita con il proprio cane.

1. Hill G: Do not smoke in front of your dog. Calif Med. 1971 Jan;114(1):44.
2. Roza MR, Viegas CA: The dog as a passive smoker: effects of exposure to environmental cigarette smoke on domestic dogs. Centro Veterinário do Gama. marcelo.roza@apis.com.br. Nicotine Tob Res. 2007 Nov;9(11):1171-6.
3. Hovell MF, Irvin VL: The public health significance of ETS exposure to dogs and other pets. San Diego State University, Graduate School of Public Health, and Center for Behavioral Epidemiology and Community Health, San Diego, CA 92123, USA. mhovell@projects.sdsu.edu. Nicotine Tob Res. 2007 Nov;9(11):1067-9.
4. Bertone-Johnson ER, Procter-Gray E, Gollenberg AL, Ryan MB, Barber LG: Environmental tobacco smoke and canine urinary cotinine level. Department of Public Health, School of Public Health and Health Sciences, University of Massachusetts, Amherst, MA, USA. ebertone@schoolph.umass.edu. Environ Res. 2008 Mar;106(3):361-4. Epub 2007 Oct 22.
5. Drobatz KJ, Walker LM, Hendricks JC: Smoke exposure in dogs: 27 cases (1988-1997). Department of Clinical Studies, School of Veterinary Medicine, University of Pennsylvania, Philadelphia 19104-6010, USA. J Am Vet Med Assoc. 1999 Nov 1;215(9):1306-11.
6. Cummins D: Pets and passive smoking. BMJ. 1994 Oct 8;309(6959):960.  
7. Milberger SM, Davis RM, Holm AL: Pet owners’ attitudes and behaviours related to smoking and second-hand smoke: a pilot study. S Milberger, Center for Health Promotion and Disease Prevention, Henry Ford Health System, 1 Ford Place, 5C, Detroit, Michigan 48202-3450, USA; smilber1@hfhs.org. Tob Control 2009;18:156-158  doi:10.1136/tc.2008.028282.
8. Natalia Pérez et al.: Exposure to cigarette smoke causes DNA damage in oropharyngeal tissue in dogs. Mutat Res Genet Toxicol Environ Mutagen. 2014.
9. Reif JS, Bruns C, Lower KS: Cancer of the nasal cavity and paranasal sinuses and exposure to environmental tobacco smoke in pet dogs. Department of Environmental Health, Colorado State University, Fort Collins 80523, USA. Am J Epidemiol. 1998 Mar 1;147(5):488-92.
10. Gerde P, Muggenburg BA, Stephens T, Lewis JL, Pyon KH, Dahl AR: A relevant dose of 4-(methylnitrosamino)-1-(3-pyridyl)-1-butanone is extensively metabolized and rapidly absorbed in the canine tracheal mucosa. Lovelace Respiratory Research Institute, Albuquerque, New Mexico 87185, USA. Cancer Res. 1998 Apr 1;58(7):1417-22.
11. Olsen J: [Passive smoking and lung cancer--among dogs]. Aarhus Universitet, Institut for Epidemiologi og Socialmedicin. Ugeskr Laeger. 1992 Nov 23;154(48):3430-1.
12. Ka D, Marignac G, Desquilbet L, Freyburger L, Hubert B, Garelik D, Perrot S: Association between passive smoking and atopic dermatitis in dogs. Food Chem Toxicol. 2014 Apr;66:329-33.
13. Reif JS, Bruns C, Lower KS: Cancer of the Nasal Cavity and Paranasal Sinuses and Exposure to Environmental Tobacco Smoke in Pet Dogs. Am. J. Epidemiol. (1998) 147(5): 488-492.


Altro aspetto correlabile in qualche modo al fumo dei padroni sono i casi di accidentale ingestione di cannabinoidi (pezzetti di hashish) da parte dei loro cani e che secondo quanto recentemente riportato dall’agenzia di stampa adnkronos costituisce un fenomeno in crescente aumento. Il problema più grave è il totale silenzio dei proprietari dei cani, che per vergogna o per paura di denuncia, non rendono possibile una corretta anamnesi per un tempestivo trattamento.

I cannabinoidi nel cane possono determinare un effetto eccitante o talvolta sedativo con dilatazione pupillare, il cane tende a barcollare e a vomitare. Se l'ingestione è recente si può procedere con una lavanda gastrica, altrimenti si forniscono ossigeno, fluidi e terapie di sostegno, grazie alle quali si spera di uscire dall'emergenza entro 24 ore. In generale, però, le possibilità di salvare il cane dipendono dalla dose di droga ingerita e dalla tempestività dell'intervento.

Janczyk P, Donaldson CW, Gwaltney S: Two hundred and thirteen cases of marijuana toxicoses in dogs. Division of Pharmacology and Toxicology, Departement of Pre-Clinical Sciences, Faculty of Veterinary Medicine, Warsaw Agricultural University, 8 Ciszewskiego Street, 02-786 Warsaw, Poland. Vet Hum Toxicol. 2004 Feb;46(1):19-21.
Guglielmo Lauro
(medico)

lunedì 1 agosto 2011

Spiagge libere dal fumo: valorizziamo le nostre spiagge arginando il malcostume di abbandonare le cicche sulla sabbia

Si vanno sempre più diffondendo ordinanze che estendono il divieto di fumo nelle spiagge sull'esempio dei provvedimenti legislativi adottati dalla California, ove è ormai vietato fumare lungo quasi tutto il litorale da Los Angeles a San Diego. La tolleranza zero verso il fumo «stile californiano» sta facendo scuola non solo negli Stati Uniti ma anche in Paesi Europei (Francia, Spagna, Italia) ed extra-Europei (Egitto, Giappone, Libano). Se in Italia vietare il fumo in spiaggia sembra impossibile, almeno si possono evitare i mozziconi nella sabbia che sporcano e inquinano. A titolo indicativo si riportano i tempi medi di degrado nelle acque marine dei prodotti legati al fumo che rappresentano gli inquinanti più diffusi nei nostri mari: occorrono mediamente da 1 a 5 anni per smaltire un filtro di sigaretta, circa 6 mesi per un fiammifero e da 100 a 1000 anni per un accendino di plastica.
Una bella iniziativa è stata quella quella dell'associazione ambientalista Marevivo che, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Corpo delle Capitanerie di Porto, ed il supporto del SIB (Sindacato Italiano Balneari), ha lanciato la campagna “Ma il mare non vale una cicca?”. Lo scopo della campagna è quello di tutelare i circa 8mila chilometri di coste italiane che rischiano di essere inquinati dai troppi mozziconi. Il 6 e il 7 agosto gruppi di volontari percorreranno, anche a bordo di gommoni, gli ottomila chilometri di coste italiane per offrire ai bagnanti delle oltre 300 spiagge coinvolte diversi gadget. Verranno distribuiti 100mila posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili e un piccolo vademecum sui tempi di degrado in mare dei principali oggetti abbandonati in spiaggia, tra cui lattine e bottiglie.
La spiaggia è un posto dove si dovrebbe respirare aria pulita, lontano dallo smog quotidiano, quindi cerchiamo di non inquinare anche quell'aria di mare che fa bene a tutti noi! 
Guglielmo Lauro
(medico)

Nei Paesi di fede islamica grazie al Ramadan molti riescono a smettere di fumare

Tradizionalmente nei paesi musulmani fumare rappresenta spesso un aspetto dell’ospitalità, e non offrire sigarette ad un ospite, o rifiutarle, è considerato scortese o addirittura offensivo (1). Dunque, l’abitudine al fumo nei paesi di cultura islamica è estremamente diffusa nonostante le precise e più recenti indicazioni antifumo delle autorità legali e religiose (2).
Peraltro anche in tali Paesi si stanno facendo strada segni di promozione della salute con campagne antifumo: gli attivisti della salute stanno utilizzando il Ramadan come trampolino di lancio distribuendo presso le moschee cerotti e farmaci antifumo diffondendo appelli come  “Smettere di fumare per il Ramadan, smettere di fumare per tutta la vita” e celebrando pellegrinaggi liberi dal fumo (3).
In Egitto dove il problema del tabagismo è particolarmente sentito, i pacchetti di sigarette raffigurano immagini macabre, come uomini moribondi con maschere d’ossigeno, ci sono intere strutture alberghiere riservate a non fumatori e già dal 2010 spiagge libere dal fumo.
1) Pulerà N, Chaouachi K: Prevenzione: un ruolo per l’Islam?. Tabaccologia 1/2007.
2) Radwan GN, Israel E, El-Setouhi M, Abdel-Aziz F, Mikhail N, Mohamed MK: Impact of religious ruling (fatwa) on smoking. J Egypt Soc. Parasitol 2003; 33:1087-1101.
3) Aveyard P, Begh R, Sheikh A, Amos A: Promoting smoking cessation through smoking reduction during Ramadan. Addiction. 2011 Aug;106(8):1379-80. 
Guglielmo Lauro