sabato 2 novembre 2013

Fumo e rifiuti a km 0 in Terra dei Fuochi


Il nostro sistema respiratorio è dotato di un "sistema di pulizia", cui partecipano numerose cellule che con le loro microciglia ostacolano l'entrata di polveri, germi e sostanze tossiche. L'efficacia della suddetta barriera risulta compromessa se alle fonti naturali di inquinamento (polveri e gas vulcanici, decomposizioni organiche, incendi conseguenti all'azione di fulmini, etc.) si aggiungono quelle molto più tossiche connesse all'evoluzione della cosiddetta "civiltà" moderna (industrie, trasporti, etc.).
A queste due forme di inquinamento si associano quelle connesse all'inciviltà e all'illegalità di cui Terra di Lavoro, ingloriosamente ribattezzata in Terra dei Fuochi, né è disgraziato teatro.
Soprattutto i territori della provincia di Caserta e di Napoli risultano ampiamente influenzati dallo scarico illegale di rifiuti pericolosi e urbani che vengono sistematicamente incendiati per cercare di eliminarne le tracce con conseguente grave inquinamento dell'aria, del terreno e delle falde acquifere (1).
L'incenerimento dei rifiuti immette nell'atmosfera enormi quantità di fumi inquinanti contenenti materia particolata PM-10 e soprattutto particolato fine e ultrafine (PM-2,5 e PM-1). La frazione ultrafine è riconosciuta come quella più pericolosa per la salute umana poiché raggiunge le parti più distali dell'albero respiratorio, gli alveoli. Poi vi sono le nanoparticelle, aggregati di diametro variabile tra 1 e 25 nanometri, che spesso contengono sostanze estremamente tossiche, persistenti e bioaccumulabili quali: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nichel, benzene, piombo, diossine, dibenzofurani, policlorobifenili, idrocarburi policiclici aromatici.
Sappiamo che le sostanze irritanti del fumo di sigaretta sono in grado di danneggiare velocemente il "sistema di pulizia" su indicato facilitando il passaggio di ogni sorta di inquinanti nel polmone. Dunque fumando, non solo si danneggeranno i polmoni, ma si diventerà maggiormente esposti alle sostanze inquinanti, non più trattenute dal  suddetto sistema di pulizia. La classica tosse e catarro del fumatore, sono espressione di mancata efficienza del sistema di pulizia del polmone.
In uno scenario di degrado urbano e rurale molta gente si è ammalata di tumore pagando anche con la vita il prezzo per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici; dunque si prospetta, come è già ampiamente dimostrabile, una vera strage.
Tuttavia quando si studiano gli effetti di inquinanti come le diossina sulla salute non va sottovalutato l'impatto di fonti supplementari di esposizione quali il fumo di tabacco (2) in cui si rileva diossina, composti diossina-simili (3, 4) e molte delle sostanze persistenti e bioaccumulabili già menzionate. Alcuni studi hanno rilevato che i livelli di diossina nel siero dei fumatori sono fortemente influenzati se essi vivono in un territorio il cui suolo è contaminato da diossina (5).
Il fumo di sigaretta è una fonte di esposizione chimica complessa ambientale e risultati sperimentali suggeriscono una maggiore cancerogenicità delle sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta in caso di esposizione a inquinanti organici persistenti - persistent organic pollutants (POPs) (6).
Da recenti studi è emerso che l'inquinamento in Campania risulta significativamente associato a fenomeni di invecchiamento cellulare e insorgenza precoce di malattie legate all'età; tutto ciò avviene attraverso meccanismi biochimici di maggiore stress ossidativo, più breve lunghezza dei telomeri e alterata attività della telomerasi (7). 
I telomeri sono regioni terminali dei cromosomi e come dei "cappucci protettivi" impediscono la degradazione progressiva del DNA cromosomiale il cui progressivo accorciamento è correlato alla senescenza cellulare e a numerose patologie legate all'età. 
Le sigarette accese con i loro fumi, contenenti migliaia di sostanze molte delle quali altamente tossiche per l'uomo, gli animali e l'ambiente, sono come dei roghi tossici in miniatura. Infatti, i meccanismi biochimici alla base dell'invecchiamento cellulare e dell'insorgenza precoce di malattie legate all'età, cui si è fatto riferimento a proposito dell'inquinamento da roghi tossici in Campania, si riscontrano tipicamente nei fumatori (8, 9) indipendentemente dall'inquinamento ambientale. 
Certamente se facciamo riferimento alle diossina, uno dei principali inquinanti dei roghi tossici, l'entità dell'esposizione giornaliera derivante dalla sola diossina del fumo di sigaretta è molto al di sotto dei livelli considerati tollerabili dall'OMS (WHO Tolerable Daily Intake), ma bisogna innanzitutto ricordare che la diossina, come molti altri inquinanti organici persistenti, tende all'accumulo nell'organismo e si somma al carico degli inquinanti ambientali. Peraltro, le numerose sostanze cancerogene del fumo di sigaretta possono interagire con inquinanti ambientali determinando un potenziamento degli effetti cancerogeni (10). A tale proposito va osservato che in base ai dati dei registri tumori in Campania del 2012 (11), risultano in aumento tumori (polmonari, colorettali e mammari) per i quali vi è una riconosciuta componente da inquinamento ambientale e per i quali il fumo costituisce un fattore di rischio indipendente (12, 13, 14). 
Fumo di tabacco e POPs intervengono singolarmente e in associazione anche sulla patologia cardiovascolare (7, 15), non a caso in Campania le malattie cardiovascolari, secondo recenti dati epidemiologici, raggiungono tassi più elevati rispetto al resto del Paese (16).
Tali dati mettono in evidenza la necessità di sostenere campagne di prevenzione contro il fumo (11), specie nei territori che sono divenuti la pattumiera d'Italia.



Le affermazioni dei Ministri della Salute, Balduzzi nel 2012 e Lorenzin nel 2013, che hanno messo in relazione l'aumentata mortalità in Campania oltre che con i roghi tossici anche con altri fattori, quali fumo e obesità, sono state interpretate dai più come una minimizzazione del problema della Terra dei Fuochi. Ma in realtà i Ministri ci hanno trasmesso ufficialmente quanto emerge da siti istituzionali come i Registri dei Tumori; infatti, da essi emerge una più ritardata e lenta riduzione del fumo di sigaretta verificatasi in Campania (Registro Tumori di Popolazione della Regione Campania - presentazione e commenti 2012). È tuttavia anche vero che i Registri Tumori esprimono solo un aspetto molto parziale; infatti, i dati relativi alla mortalità per inquinamento risultano irrisori rispetto a quelli del fumo, e ciò per una serie di motivi: attualmente detti registri seguono complessivamente all'incirca solo un quarto della popolazione italiana e inoltre hanno una distribuzione molto disomogenea (ad es. in Campania comprendono solo i territori dell'ASL Napoli 3 Sud e la provincia di Salerno). In ogni caso, affrontare il problema del tabagismo nel contesto del gravissimo inquinamento dei territori Campani non va inteso come un modo per strumentalizzare il tabagismo e spostare l'attenzione da un problema all'altro. Peraltro, l'eredità di decenni di sversamenti illegali non può trovare una soluzione in tempi brevi; un'ipotetica bonifica richiederebbe decenni. Le cornucopie dello stemma di Terra di Lavoro ricolme dei frutti del lavoro della terra e quindi simbolo di abbondanza sono state demolite. Il principale settore economico di questi territori è profondamente indebolito per il crollo delle vendite di prodotti agricoli reputati pericolosi e per l'inapplicabilità dei moderni concetti di agricoltura sostenibile, di filiera corta e prodotti a km 0. La vita in Terra dei Fuochi è diventata un percorso attraverso un campo minato per tutti: fumatori e non, obesi e non, etc. Dunque, smettere di fumare e adottare stili di vita corretti attraverso il rafforzamento delle riserve di salute e delle difese dell'organismo, rappresenta, allo stato attuale, l'intervento più utile ed efficace da adottare per limitare i danni.

1. Ferrara L, Iannace M, Patelli AM, Arienzo M: Geochemical survey of an illegal waste disposal site under a waste emergency scenario (Northwest Naples, Italy). Department of Chemical Sciences, University of Naples Federico II, Complesso Universitario Monte S. Angelo, via Cintia, 80100, Naples, Italy. luciano.ferrara@unina.it. Environ Monit Assess. 2013 Mar;185(3):2671-82.
2. Hsu JF, Lee CC, Su HJ, Chen HL, Yang SY, Liao PC: Evaluation of background persistent organic pollutant levels in human from Taiwan: polychlorinated dibenzo-p-dioxins, dibenzofurans, and biphenyls. Department of Environmental and Occupational Health, College of Medicine, National Cheng Kung University, 138 Sheng-Li Road, Tainan 704, Taiwan. Environ Int. 2009 Jan;35(1):33-42.
3. Wilson CL, Bodnar JA, Brown BG, Morgan WT, Potts RJ, Borgerding MF: Assessment of dioxin and dioxin-like compounds in mainstream smoke from selected US cigarette brands and reference cigarettes. Research and Development, RJ Reynolds Tobacco Company, Winston-Salem, NC 27102, USA. wilsonc5@rjrt.com. Food Chem Toxicol. 2008 May;46(5):1721-33.
4. Löfroth G, Zebühr Y: Polychlorinated dibenzo-p-dioxins (PCDDs) and dibenzofurans (PCDFs) in mainstream and sidestream cigarette smoke. Environmental Health Unit, Nordic School of Public Health, Gothenburg, Sweden. Bull Environ Contam Toxicol. 1992 Jun;48(6):789-94.
5. Demond A, Franzblau A, Garabrant D, Jiang X, Adriaens P, Chen Q, Gillespie B, Hao W, Hong B, Jolliet O, Lepkowski J: Human exposure from dioxins in soil. College of Engineering, University of Michigan, Ann Arbor, Michigan 48109, United States. averyd@umich.edu. Environ Sci Technol. 2012 Feb 7;46(3):1296-302.
6. Lee YM, Bae SG, Lee SH, Jacobs DR Jr, Lee DH: Associations between cigarette smoking and total mortality differ depending on serum concentrations of persistent organic pollutants among the elderly. Department of Preventive Medicine, School of Medicine, Kyungpook National University, Daegu, Korea. J Korean Med Sci. 2013 Aug;28(8):1122-8.
7. De Felice B, Nappi C, Zizolfi B, Guida M, Di Spiezio Sardo A, Bifulco G, Guida M: Telomere shortening in women resident close to waste landfill sites. Department of Life Sciences, University of Naples II, Via Vivaldi Caserta, Italy. bruna.defelice@unina2.it. Gene. 2012 May 25;500(1):101-6.
8. Morlá M, Busquets X, Pons J, Sauleda J, MacNee W, Agustí AG: Telomere shortening in smokers with and without COPD. Unitat d'Investigació, IUNICS-Hospital Universitari Son Dureta Andrea Doria 55, 07014- Palma de Mallorca, Spain. Eur Respir J. 2006 Mar;27(3):525-8.
9. Babizhayev MA, Savel'yeva EL, Moskvina SN, Yegorov YE: Telomere length is a biomarker of cumulative oxidative stress, biologic age, and an independent predictor of survival and therapeutic treatment requirement associated with smoking behavior. Innovative Vision Products Inc, County of New Castle, DE, USA. markbabizhayev@mail.ru. Am J Ther. 2011 Nov;18(6):e209-26.
10. Lackmann GM, Angerer J, Töllner U: Parental smoking and neonatal serum levels of polychlorinated biphenyls and hexachlorobenzene. Zentrum für Kinderheilkunde, Heinrich-Heine-Universität, Düsseldorf, Germany. Pediatr Res. 2000 May;47(5):598-601.
11. Fusco M, De Angelis R, Senatore G, Zigon G, Rossi S: Estimates of cancer burden in Campania. Tumori. 2013 May-Jun;99(3):374-81.
12. Fu Z, Shrubsole MJ, Li G, Smalley WE, Hein DW, Cai Q, Ness RM, Zheng W: Interaction of cigarette smoking and carcinogen-metabolizing polymorphisms in the risk of colorectal polyps. Division of Epidemiology, Department of Medicine, Vanderbilt Epidemiology Center, Vanderbilt University School of Medicine, Nashville, TN 37203, USA. Carcinogenesis. 2013 Apr;34(4):779-86.
13. Hansen RD, Albieri V, Tjønneland A, Overvad K, Andersen KK, Raaschou-Nielsen O: Effects of smoking and antioxidant micronutrients on risk of colorectal cancer. Danish Cancer Society Research Center, Copenhagen, Denmark. rikkehan@cancer.dk. Clin Gastroenterol Hepatol. 2013 Apr;11(4):406-15.e3.
14. Gammon MD, Eng SM, Teitelbaum SL, Britton JA, Kabat GC, Hatch M, Paykin AB, Neugut AI, Santella RM: Environmental tobacco smoke and breast cancer incidence. Department of Epidemiology, School of Public Health, University of North Carolina, CB#7435 McGavern-Greenberg Hall, Chapel Hill, NC 27599-7435, USA. gammon@unc.edu. Environ Res. 2004 Oct;96(2):176-85.
15. Sjöberg Lind Y, Lind PM, Salihovic S, van Bavel B, Lind L: Circulating levels of persistent organic pollutants (POPs) are associated with left ventricular systolic and diastolic dysfunction in the elderly. Department of Emergency Medicine, Linköping University Hospital, Linköping, Sweden. Environ Res. 2013 May;123:39-45.
16. Capuano V, Lamaida N, Torre S, Capuano E, Borrelli MI, Capuano E, Clarizia MM, Capuano R, De Rosa C: [Ten year cardio-cerebro-vascular mortality and morbidity in a Southern Italy cohort: the VIP Project data]. U.O. di Cardiologia ed UTIC di Mercato S. Severino - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Salerno, Italy. capuanov@tiscali.it. Monaldi Arch Chest Dis. 2013 Mar;80(1):31-4.

10 commenti:

  1. Si può essere ecologisti e fumatori?

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    1. Si potranno anche chiamare fumatori cortesi, ma essere fumatore e contemporaneamente definirsi ecologista non è coerente: se da un lato cercano di stare alla larga dai rifiuti, poi aspirano attivamente il fumo di sigaretta (inquinante cancerogeno).
      Insomma o sono falsi ecologisti, o sono semplicemente dei fumatori. Peraltro, i fumatori che si atteggiano ad ecologisti o ambientalisti dovrebbero ricordare i seguenti punti:
      * Ogni anno, nel mondo, vengono gettati 4 milioni e mezzo di mozziconi, che contengono ben 7800 tonnellate di agenti chimici pericolosi.
      * Nel mare Mediterraneo le cicche rappresentano il 40% dei rifiuti, contro il 9,5% delle bottiglie di plastica. Se il fumo uccide, quindi, i mozziconi inquinano, e non poco. Infatti la presenza di mozziconi in mare o nella natura espone gli animali all’assorbimento di massicce dosi di sostanze tossiche imprigionate nel filtro (nicotina, catrame, polonio e altri).
      * Il fumo incide sull’ambiente come fonte inquinante in due modi: attraverso le emissioni dirette delle sigarette e attraverso l’immissione dei cosiddetti mozziconi nell’ambiente. Le emissioni prodotte rappresentano circa il 2% dell’inquinamento atmosferico totale: potrebbe sembrare una cifra irrisoria, ma a ben vedere non lo è affatto. Questa “esigua” percentuale pesa sulla nostra salute in modo ancora più incisivo del resto perché prodotta (il più delle volte) in ambienti chiusi come una stanza o l’abitacolo delle nostre automobili.
      * Se i terreni e le risorse impiegati per la coltivazione di tabacco fossero destinati a colture alimentari si potrebbero nutrire più del 70 per cento dei 28 milioni di persone malnutrite al mondo.
      * Di tutti gli alberi abbattuti nel mondo, uno su otto viene tagliato per fare spazio alle piantagioni di tabacco e ogni anno sono utilizzati quasi 600 milioni di alberi come combustibile negli essiccatoi delle foglie di tabacco.
      * La coltivazione del tabacco contribuisce alla deforestazione, alla distruzione di più di 500.000 ettari di foresta all’anno.
      * Il fumo di sigaretta emette quasi 8 miliardi di kg di gas serra all’anno. Sono chiamati gas serra quei gas presenti in atmosfera, che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole condizionando il riscaldamento climatico.
      * Fumando si spreca anche carta: se ne utilizzano sei chilometri ogni ora per produrre sigarette. La maggior parte del tabacco che fumiamo, non è nemmeno a chilometro zero; l’87 % della produzione è infatti concentrata nei paesi in via di sviluppo dove, dove il clima semiarido e il disboscamento per fare posto alle coltivazioni di tabacco sta provocando gravissimi problemi di desertificazione in vasti territori, visto che assorbe fino a sei volte più potassio rispetto alle altre colture, inaridendo irreversibilmente il terreno. Per di più ciò avviene in Paesi tra i più poveri al mondo, come Uganda, Malawi e Tanzania, dove a parte i problemi ambientali il tabacco toglie alle popolazioni l’uso di terreno e acqua.

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    2. Quanti fumatori sanno sanno di avere nel pacchetto di sigarette del polonio 210 (elemento tossico e altamente radioattivo)? Quanti di loro sanno che un pacchetto e mezzo al giorno equivale -secondo una valutazione pubblicata nel 1982 nel “New England Journal of Medicine”, ad una esposizione annuale ad una dose di raggi equivalenti a 300 radiografie del torace? Quanti sanno che il polonio 210 è responsabile di una parte non marginale dei cancri contratti dai fumatori? Per quanto si sa, c'è qualcosa di tristemente impressionante nel vedere alcuni attivisti antinucleari che fumano una sigaretta quando sono in attesa, per intercettarli, dei convogli di ossido di uranio dell'industria nucleare: essi stessi si introducono nell'organismo un radioelemento che si espanderà nel loro interno...

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  2. L'associazione di fumo di tabacco e inquinamento sta destando l'attenzione anche in altri Paesi come la Cina, il Paese dove si fuma di più e dove vi è un crescente livello di inquinamento ambientale; lì il tumore del polmone è in crescita esponenziale.
    Vedi Cina: dilaga tumore al polmone, colpa di fumo e inquinamento

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    1. Studi recenti lo confermano: "La Cina è l'epicentro dell'epidemia globale di tabacco. La Cina coltiva più tabacco, produce più sigarette, riceve più profitti dal tabacco e ha più i fumatori rispetto a qualsiasi altra nazione del mondo. Circa un milione di fumatori in Cina muoiono ogni anno per malattie causate dal fumo, e questa stima dovrebbe raggiungere oltre due milioni entro il 2020" (1).
      1. Redmon P, Koplan J, Eriksen M, Li S, Kean W: The role of cities in reducing smoking in China. Int J Environ Res Public Health. 2014 Sep 26;11(10):10062-75.

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  3. C'è associazione fra melanoma e inquinamento in terra dei fuochi?

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    1. L'esposizione alle diossine è associata ad aumentato rischio di cancro in qualsiasi sito, dal cancro alla prostata al melanoma (1). Contaminanti ambientali quali policlorobifenili, diossine e idrocarburi policiclici aromatici sono ligandi xenobiotici (ovvero sostanze estranee) ad alta affinità per il recettore arilico (AhR), responsabile della carcinogenesi (2).
      Peraltro, diversi studi confermano il ruolo di fattori ambientali cancerogeni (come la TCDD, la più nota e pericolosa delle diossine) nell'avvio e progressione del melanoma (3, 4).

      1. Akhtar FZ, Garabrant DH, Ketchum NS, Michalek JE: Cancer in US Air Force veterans of the Vietnam War. Spec-Pro, Inc, San Antonio, TX, USA. J Occup Environ Med. 2004 Feb;46(2):123-36.
      2. Luecke S, Backlund M, Jux B, Esser C, Krutmann J, Rannug A: The aryl hydrocarbon receptor (AHR), a novel regulator of human melanogenesis. Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden. Pigment Cell Melanoma Res. 2010 Dec;23(6):828-33.
      3. Villano CM, Murphy KA, Akintobi A, White LA: 2,3,7,8-tetrachlorodibenzo-p-dioxin (TCDD) induces matrix metalloproteinase (MMP) expression and invasion in A2058 melanoma cells. Department of Biochemistry and Microbiology, 76 Lipman Dr., Rutgers, The State University of NJ, New Brunswick, NJ 08901, USA. Toxicol Appl Pharmacol. 2006 Feb 1;210(3):212-24.
      4. Apostoli P, Bergonzi R, Catalani S: Classificazione della 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-para-diossina come cancerogena: un percorso accidentato. Dipartimento di Medicina Sperimentale e Applicata, Sezione di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale. Università degli Studi di Brescia. G Ital Med Lav Erg 2011; 33:1, 84-99.

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  4. ISS: eccesso di mortalità in Terra dei Fuochi
    Secondo lo studio epidemiologico "Sentieri", pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'indice di mortalità nella Terra dei Fuochi è aumentato rispetto al resto della Regione del 10% per gli uomini e del 13% per le donne per quanto riguarda i Comuni della provincia di Napoli e rispettivamente del 4% e del 6% per i Comuni della provincia di Caserta.
    La misura è colma! dunque, prima di inquinare il proprio corpo accendendosi una sigaretta è bene riflettere sulle forme di inquinamento su cui siamo praticamente inermi!

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  5. Altro tipo di fumo in Terra dei Fuochi
    Nella Terra dei fuochi d’artificio, dove è Capodanno ogni giorno Una telecamera accesa per 15 giorni filma le decine di esplosioni pirotecniche. Gravi rischi per la salute.

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    1. "Il Sole 24ore" da oltre vent'anni stila una classifica sulla vivibilità delle 107 province italiane attraverso una serie di dati statistici. Abitualmente Napoli e Caserta occupano le posizioni più basse con una certa stabilità, dunque l'appellativo di Terra dei Fuochi è meritato! Per il 2013 Napoli ha toccato il fondo (107a posizione) e Caserta non è molto distante (103a posizione). Qui si muore per il fumo di tutti i tipi: fumi legali e illegali, ma anche fuochi soprattutto illegali!
      vedi: Qualità della vita 2013

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