giovedì 14 maggio 2015

Istituto Alessandro Volta di Aversa al Centro Antifumo: un cambio di rotta sulla via della prevenzione

Gli interventi di prevenzione dell'uso di droga e alcol nelle scuole generalmente si dimostrano efficaci, ma non si può dire lo stesso dei progetti di prevenzione del fumo di tabacco che nonostante gli sforzi degli operatori del settore spesso non sortiscono alcun cambiamento nei destinatari dell'intervento, anzi addirittura in qualche caso risultano controproducenti. Tuttavia è anche vero che finché nell'ambito del personale scolastico ci sono fumatori, gli sforzi di prevenzione tabagica nelle scuole vengono insidiosamente vanificati. In effetti, l'esperienza insegna che le attività di prevenzione del tabagismo sui giovani risultano per lo più inefficaci se ci si limita ad interventi dell'esperto di turno nelle scuole. L'esperto a scuola non serve a nulla se poi la scuola non si avvicina al Centro Antifumo, e tale avvicinamento la scuola lo può attuare con l'aiuto degli insegnanti che sono i veri esperti nell'educazione degli studenti. L'esperto esterno può servire per aiutare a sostenere una progettazione, per avviare un percorso con i genitori, per iniziative di educazione fra pari, per chiarire le idee in un certo punto del percorso. Però l'iter di prevenzione del tabagismo nelle scuole è prima di tutto un percorso educativo che coinvolge gli insegnanti e le famiglie e non è un'attività che si può praticare solo dall'esterno; l’intervento dell'esperto esterno, per quanto questi possa essere bravo e comunicativo, rimane un evento occasionale, può lasciare al massimo un buon ricordo che con il tempo inevitabilmente sfuma, mentre l'insegnante è lì tutti i giorni. Dunque, l’intervento nelle scuole deve essere parte di una rete di collaborazione il cui fulcro è sempre la scuola che deve essere per conto proprio attenta ai temi della salute.
Un primo esempio concreto di prevenzione nei territori dell'ASL Caserta è stato attuato dall'Istituto Superiore di Istruzione Secondaria A.Volta di Aversa grazie all'impegno e alla sensibilità della dirigente scolastica prof.ssa Laura Orsola Patrizia Nicolella alle problematiche fumo-correlate e grazie alla partecipazione attiva degli studenti coinvolti (Progetto Regionale "Segnali 3"). L'elemento innovativo di tale intervento è stato il contatto diretto, presso le strutture afferenti al Dipartimento Dipendenze di Aversa (SerT e Centro Antifumo), degli studenti con le varie professionalità (psicologi, medici, infermieri, assistenti sociali, etc.). Pertanto dopo aver visitato le strutture del Dipartimento, diversi ragazzi hanno mostrato particolare interesse per le attività del Centro Antifumo chiedendo aiuto per smettere di fumare. Dunque in virtù della collaborazione fattiva del prof. Palladino e della prof.ssa De Vita sono stati reclutati i ragazzi più motivati e sono stati organizzati degli incontri intensivi di disassuefazione al fumo. Nel corso di questi incontri, sono state analizzate le dinamiche giovanili e dal dialogo con i ragazzi è apparso come elemento rilevante il fatto che subiscono notevolmente l'influenza di cosa i loro coetanei fanno, per cui gli interventi antifumo dovrebbero essere maggiormente focalizzati sulle relazioni tra pari. Insomma,  il messaggio che dovrebbe essere trasmesso non è tanto “non fumare”, ma piuttosto “non importa seguire cosa i tuoi coetanei stanno facendo”! 
In effetti dal confronto e dalla partecipazione attiva dei ragazzi è risultato che la principale difficoltà nello smettere è legata essenzialmente all'aspetto del fumo come catalizzatore sociale e al fatto che quando qualcuno di loro decide di non fumare spunta immancabilmente un "amico" (che poi amico non è) pronto ad invitarlo ad accendere la sigaretta o anche a offrirgliela. Una sorta di piazzista che bussa alla loro porta e fa propaganda gratuita alle multinazionali del tabacco le quali poi nemmeno lo ricompensano …si sa che le multinazionali non fanno sconti neanche ai clienti più fedeli, né sulle sigarette, né tanto meno sulla salute; ma allora perché quando si dice di no al fumo arriva puntualmente il tizio pronto a convincerci del contrario e come mai ci riesce? Perché a differenza del piazzista sconosciuto, questi approfitta del fatto di essere nostro “amico” e all'amico noi non diciamo no! Ma quest'amico perché lo fa? Innanzitutto perché è tabacco-dipendente e se fuma in mezzo a tanti si sente più autorizzato a farlo e ha una minore percezione del danno, e poi condividendo e diffondendo l’uso della sigaretta si sente più alla moda, altrimenti se non fosse in buona e tollerante compagnia si sentirebbe pericolosamente emarginato! Diciamocela tutta, se smettiamo di fumare, per i nostri ex compagni di fumo saremo degli sporchi traditori: da una parte ci invidiano, dall'altra ci disprezzano, da entrambe però ci temono... una cosa è certa, quelli che smettono sono quelli con “gli attributi”, gli altri rimangono nel gregge!
Disegno premiato realizzato da uno studente delle scuole medie superiori, che fra l'altro rende molto bene l’idea del fumo passivo: le pecore più distanti sono più bianche e risentono di meno del fumo passivo della pecora nera; inoltre, la scelta dell’animale è quanto mai pertinente.
I ragazzi dell'Alessandro Volta affrontano il tema della dipendenza tabagica e di altre dipendenze (chimiche e non) attraverso il sito segnalindipendenti.it.
Guglielmo Lauro
(medico)

4 commenti:

  1. quali tipi di interventi sono impiegati per i fumatori minorenni che vogliono smettere di fumare?

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    1. Si premette che per gli adolescenti è importante soprattutto un intervento che insegni a gestire le relazioni con i loro coetanei, prendendo le distanze e aiutandoli a resistere all'imitazione dei compagni che fumano. Rispetto ai fumatori adulti, negli adolescenti si punta maggiormente sugli aspetti motivazionali, ma anche sull'agopuntura; in alcuni casi, previo consenso dei genitori, si possono prescrivere terapie farmacologiche. Peraltro, va anche sottolineato che nell'ambito delle terapie farmacologiche i farmaci sostitutivi della nicotina e il bupropione negli adolescenti non hanno ancora dimostrato di essere efficaci (1).
      1. Stanton A, Grimshaw G: Tobacco cessation interventions for young people. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Aug 23;8:CD003289.

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    2. Dal prossimo anno scolastico sarà attivato in via sperimentale in Campania il progetto Unplugged, un programma di prevenzione scolastica dell'uso di sostanze compreso l'uso di tabacco che rappresenta il trampolino di lancio per lo sviluppo della dipendenza patologica (addiction). Tale programma, rivolto ad adolescenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni, integra l'acquisizione di abilità utili per affrontare la vita (life skills) con l'educazione normativa e l'acquisizione di conoscenze sulle sostanze. Si tratta di un progetto elaborato da esperti di 7 Paesi europei e che sembra avere maggiori evidenze di efficacia negli studi europei.

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  2. La giusta ricetta per dire no al fumo sin dall'inizio
    Per evitare che gli adolescenti accendano la prima sigaretta è necessario che siano circondati da persone forti e che siano di buon esempio. La ricetta in poche parole? Una famiglia presente, una scuola forte e qualcuno che dica fermamente che una persona vale se non fuma.

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