domenica 31 maggio 2015

Giornata Mondiale senza Tabacco: 31 maggio 2015


Il piano d'azione sostenuto dall'OMS in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2015 è quello di fermare il commercio illecito dei prodotti del tabacco.
In base a ricerche di settore quasi il 10% del totale delle sigarette globalmente consumate proviene dal mercato illecito. Tale commercio illecito è un mezzo per accumulare grandi ricchezze da parte di gruppi criminali che in tal modo possono finanziare altre attività criminose. La Campania sotto questo punto di vista è una delle regioni maggiormente rappresentative del fenomeno del contrabbando.
D'altra parte il commercio illegale, grazie alla contraffazione e alla elusione delle tasse governative e attraverso l'abbassamento dei prezzi, permette una maggiore accessibilità ai prodotti del tabacco da parte delle fasce sociali economicamente più deboli (specialmente giovani e categoria dei fumatori difficili).
Infatti, secondo recenti studi (1), negli adolescenti la disponibilità di sigarette di contrabbando rende più difficile la cessazione e favorisce l'uso di sostanze stupefacenti.
Il consumo di tabacco, nonostante l'aumento di legislazioni per limitarlo, sta progressivamente aumentando a livello globale per l'incremento che si registra soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
In Italia la prevalenza del consumo di sigarette, anche se mostra una debole deflessione rispetto allo scorso anno, è sostanzialmente invariata.














1. Azagba S, Sharaf MF, Hammond D: Association between contraband tobacco and illicit drug use among high school students in Canada. J Prim Prev. 2015 Apr;36(2):71-8. 

Guglielmo Lauro
(medico)

giovedì 14 maggio 2015

Istituto Alessandro Volta di Aversa al Centro Antifumo: un cambio di rotta sulla via della prevenzione

Gli interventi di prevenzione dell'uso di droga e alcol nelle scuole generalmente si dimostrano efficaci, ma non si può dire lo stesso dei progetti di prevenzione del fumo di tabacco che nonostante gli sforzi degli operatori del settore spesso non sortiscono alcun cambiamento nei destinatari dell'intervento, anzi addirittura in qualche caso risultano controproducenti. Tuttavia è anche vero che finché nell'ambito del personale scolastico ci sono fumatori, gli sforzi di prevenzione tabagica nelle scuole vengono insidiosamente vanificati. In effetti, l'esperienza insegna che le attività di prevenzione del tabagismo sui giovani risultano per lo più inefficaci se ci si limita ad interventi dell'esperto di turno nelle scuole. L'esperto a scuola non serve a nulla se poi la scuola non si avvicina al Centro Antifumo, e tale avvicinamento la scuola lo può attuare con l'aiuto degli insegnanti che sono i veri esperti nell'educazione degli studenti. L'esperto esterno può servire per aiutare a sostenere una progettazione, per avviare un percorso con i genitori, per iniziative di educazione fra pari, per chiarire le idee in un certo punto del percorso. Però l'iter di prevenzione del tabagismo nelle scuole è prima di tutto un percorso educativo che coinvolge gli insegnanti e le famiglie e non è un'attività che si può praticare solo dall'esterno; l’intervento dell'esperto esterno, per quanto questi possa essere bravo e comunicativo, rimane un evento occasionale, può lasciare al massimo un buon ricordo che con il tempo inevitabilmente sfuma, mentre l'insegnante è lì tutti i giorni. Dunque, l’intervento nelle scuole deve essere parte di una rete di collaborazione il cui fulcro è sempre la scuola che deve essere per conto proprio attenta ai temi della salute.
Un primo esempio concreto di prevenzione nei territori dell'ASL Caserta è stato attuato dall'Istituto Superiore di Istruzione Secondaria A.Volta di Aversa grazie all'impegno e alla sensibilità della dirigente scolastica prof.ssa Laura Orsola Patrizia Nicolella alle problematiche fumo-correlate e grazie alla partecipazione attiva degli studenti coinvolti (Progetto Regionale "Segnali 3"). L'elemento innovativo di tale intervento è stato il contatto diretto, presso le strutture afferenti al Dipartimento Dipendenze di Aversa (SerT e Centro Antifumo), degli studenti con le varie professionalità (psicologi, medici, infermieri, assistenti sociali, etc.). Pertanto dopo aver visitato le strutture del Dipartimento, diversi ragazzi hanno mostrato particolare interesse per le attività del Centro Antifumo chiedendo aiuto per smettere di fumare. Dunque in virtù della collaborazione fattiva del prof. Palladino e della prof.ssa De Vita sono stati reclutati i ragazzi più motivati e sono stati organizzati degli incontri intensivi di disassuefazione al fumo. Nel corso di questi incontri, sono state analizzate le dinamiche giovanili e dal dialogo con i ragazzi è apparso come elemento rilevante il fatto che subiscono notevolmente l'influenza di cosa i loro coetanei fanno, per cui gli interventi antifumo dovrebbero essere maggiormente focalizzati sulle relazioni tra pari. Insomma,  il messaggio che dovrebbe essere trasmesso non è tanto “non fumare”, ma piuttosto “non importa seguire cosa i tuoi coetanei stanno facendo”! 
In effetti dal confronto e dalla partecipazione attiva dei ragazzi è risultato che la principale difficoltà nello smettere è legata essenzialmente all'aspetto del fumo come catalizzatore sociale e al fatto che quando qualcuno di loro decide di non fumare spunta immancabilmente un "amico" (che poi amico non è) pronto ad invitarlo ad accendere la sigaretta o anche a offrirgliela. Una sorta di piazzista che bussa alla loro porta e fa propaganda gratuita alle multinazionali del tabacco le quali poi nemmeno lo ricompensano …si sa che le multinazionali non fanno sconti neanche ai clienti più fedeli, né sulle sigarette, né tanto meno sulla salute; ma allora perché quando si dice di no al fumo arriva puntualmente il tizio pronto a convincerci del contrario e come mai ci riesce? Perché a differenza del piazzista sconosciuto, questi approfitta del fatto di essere nostro “amico” e all'amico noi non diciamo no! Ma quest'amico perché lo fa? Innanzitutto perché è tabacco-dipendente e se fuma in mezzo a tanti si sente più autorizzato a farlo e ha una minore percezione del danno, e poi condividendo e diffondendo l’uso della sigaretta si sente più alla moda, altrimenti se non fosse in buona e tollerante compagnia si sentirebbe pericolosamente emarginato! Diciamocela tutta, se smettiamo di fumare, per i nostri ex compagni di fumo saremo degli sporchi traditori: da una parte ci invidiano, dall'altra ci disprezzano, da entrambe però ci temono... una cosa è certa, quelli che smettono sono quelli con “gli attributi”, gli altri rimangono nel gregge!
Disegno premiato realizzato da uno studente delle scuole medie superiori, che fra l'altro rende molto bene l’idea del fumo passivo: le pecore più distanti sono più bianche e risentono di meno del fumo passivo della pecora nera; inoltre, la scelta dell’animale è quanto mai pertinente.
I ragazzi dell'Alessandro Volta affrontano il tema della dipendenza tabagica e di altre dipendenze (chimiche e non) attraverso il sito segnalindipendenti.it.
Guglielmo Lauro
(medico)