mercoledì 4 febbraio 2015

4 febbraio 2015: World Cancer Day

Slogan di quest'anno è "Not beyond us" (Non oltre di noi) per indicare che il trattamento può essere alla nostra portata e non irraggiungibile, e che quindi si può fare attivamente qualcosa.
È noto che il fumo di tabacco contrasta i trattamenti anti-cancro, abbassa i tassi di sopravvivenza dei pazienti e aumenta il rischio di ricaduta nella patologia neoplastica.
Nonostante ciò un numero significativo di pazienti continua a fumare e anche se ha alle spalle una diagnosi di cancro.
Secondo una recente ricerca dell'American Cancer Society (1) dopo circa 9 anni dalla diagnosi di cancro, quasi il 10% dei sopravvissuti continua a fumare sigarette. La stragrande maggioranza di questi, circa l’83%, sono fumatori con una media di 15 sigarette al giorno. Si tratta verosimilmente di persone che hanno una visione fatalistica della vita dopo il cancro, che pensano che la cosa peggiore che poteva loro accadere è accaduta ed è troppo tardi per cambiare. Dunque, bisogna sfatare falsi miti e idee sbagliate sul cancro tutt'oggi ancora molto diffuse.
Il suddetto studio (1) sottolinea innanzitutto come il fumo di tabacco possa creare forte dipendenza e poi che una diagnosi di cancro non garantisce che il paziente smetterà di fumare, anche se che lo stesso cancro risulti direttamente correlato al fumo. 
Insomma è importante seguire i pazienti neoplastici fumatori con interventi di prevenzione tabagica più adeguati e soprattutto più duraturi.
Peraltro, bisognerebbe intervenire nel periodo in cui la motivazione a smettere è più elevata che generalmente corrisponde all'epoca della diagnosi di neoplasia e non limitarsi per tali pazienti all'abituale follow-up di un anno.

1. Westmaas JL, Alcaraz KI, Berg CJ, Stein KD: Prevalence and Correlates of Smoking and Cessation-Related Behavior among Survivors of Ten Cancers: Findings from a Nationwide Survey Nine Years after Diagnosis. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2014 Aug 6.


Fumo e cancro: falsi miti e idee sbagliate

  • Dopo anni che si fuma smettere è inutile
FALSO. Vale sempre la pena di smettere di fumare; ogni sigaretta fumata aumenta il rischio, quindi in qualsiasi momento una persona decida di smettere di fumare, ne avrà comunque un guadagno. Gli studi dimostrano che sebbene il rischio non si azzeri del tutto, le probabilità di ammalarsi si riducono notevolmente quando si smette di fumare. 


  • Ciò che si fa da giovani ha un impatto limitato sul rischio di ammalarsi di cancro con l'avanzare dell'età.
FALSO, poiché molte delle abitudini di vita acquisite durante l'infanzia o l'adolescenza hanno un forte impatto sul rischio di ammmalarsi di cancro anche da anziani. Basta pensare all'importanza dell'alimentazione corretta o al fumo (abitudine spesso acquisita nell'adolescenza). Si può sempre correggere un comportamento errato, tuttavia evitarlo a priori è comunque la migliore strategia di prevenzione. In questo campo giocano un ruolo fondamentale le figure educative (genitori, insegnanti) che devono essere di esempio: è inutile insistere con un adolescente perché non fumi, se i genitori 'bruciano' un pacchetto di sigarette al giorno.


  • Per il cancro al polmone, è più rischioso vivere in una grande città che fumare
FALSO, l'inquinamento atmosferico può provocare molte malattie polmonari (asma, bronchiti croniche) incluso il cancro del polmone, ma le neoplasie dovute al fumo di sigaretta sono molto più numerose rispetto a quelle dovute all'inquinamento. Dunque, fumo e smog sono due inquinanti che si potenziano a vicenda, per cui se già si vive in una città inquinata sottoporsi al fumo di tabacco rende il danno molto più accentuato.