venerdì 15 marzo 2013

15 marzo 2013: Giornata mondiale del sonno (World sleep day) - Il ruolo del fumo


Una ricorrenza importante organizzata dalla World Association of Sleep Medicine (WASM) per riflettere sull'importanza di un corretto stile di vita a partire da un regolare riposo con l'eliminazione di fattori disturbanti quali il fumo attivo e passivo. Ai fini di un sonno di buona qualità è opportuno evitare di fumare, soprattutto prima di andare a dormire. Le ricerche suggeriscono che i fumatori hanno un sonno meno ristoratore rispetto ai non fumatori e, inoltre il fumo di tabacco può portare a disturbi respiratori durante il sonno (1).
L'esposizione a fumo passivo, anche moderata, è associata al bruxismo nei bambini (2). Peraltro, svegliarsi la notte e fumare è espressione di forte dipendenza nicotinica e ciò rappresenta un fattore di ulteriore difficoltà per la cessazione del fumo (3). Dunque, eliminare la sigaretta fra le dita giova al sonno!
Infine, merita un approfondimento la correlazione del fumo con i disturbi del sonno e con le attività lavorative svolte in orari notturni (4). Molti turnisti notturni spesso utilizzano il fumo di sigaretta per combattere la sonnolenza (5). D'altra parte i lavoratori che sono sottoposti a turni diurni e notturni (shift-workers) possono soffrire di uno stress da disadattamento lavorativo con conseguente tendenza al tabagismo (5). Pertanto, sarebbe auspicabile una maggiore attenzione nelle attività di prevenzione del fumo di tabacco per tale categoria di lavoratori (6).
A questo punto va osservato che molti disturbi di salute sono più frequenti in chi svolge lavoro a turni notturni o mutevoli, e tra questi disturbi la cosiddetta sindrome metabolica ne costituisce un frequente corollario (7). La sindrome metabolica non indica una singola patologia, ma un insieme di fattori predisponenti che, uniti insieme, collocano il soggetto in una fascia di rischio elevata per malattie come diabete, problemi cardiovascolari in genere e steatosi epatica (fegato grasso); se, poi, su detti fattori predisponenti si aggiunge il fumo di tabacco il rischio di sindrome metabolica aumenta in maniera preoccupante (8, 9). Inoltre, è riconosciuto che il fumo di tabacco incrementa il rischio di sindrome metabolica (10).
Secondo recenti ricerche il fumo di tabacco, sia attivo che passivo, è associato ad alterazione della fisiologica riduzione dei valori pressori durante il sonno, fenomeno chiamato dipping (11, 12). 
Si definisce dipper il paziente in cui la pressione sistolica media notturna si riduce tra il 10 ed il 20% rispetto alla media diurna. Si definisce non-dipper il paziente in cui la pressione sistolica media notturna si riduce meno del 10% rispetto alla media diurna. Il profilo pressorio notturno di tipo non-dipper sembra essere associato, secondo numerosi studi clinici, ad un maggiore danno d'organo, come per esempio la ipertrofia ventricolare sinistra, e ad una prognosi più sfavorevole nell'iperteso (13). Il fumo risulta significativamente associato ad un aumentato rischio di non-dipping notturno (14). 
La giusta quantità di sonno è importante per una corretta risposta allo stress e un sonno ristoratore è importante per il consolidamento della memoria. Il seguente schema riporta la quantità di sonno che ciascuno di noi dovrebbe perseguire.

1. Balaguer C, Palou A, Alonso-Fernández A: [Smoking and sleep disorders]. Servicio de Neumología, Hospital Universitario Son Dureta, Palma de Mallorca, Illes Balears, España. Arch Bronconeumol. 2009 Sep;45(9):449-58.
2. Montaldo L, Montaldo P, Caredda E, D'Arco A: Association between exposure to secondhand smoke and sleep bruxism in children: a randomised control study. Department of Dentistry, Second University of Naples, Via L. De Crecchio 4, Naples 80131, Italy. lmontaldo@libero.it. Tob Control. 2012 Jul;21(4):392-5.
3. Peters EN, Fucito LM, Novosad C, Toll BA, O'Malley SS: Effect of night smoking, sleep disturbance, and their co-occurrence on smoking outcomes. Department of Psychiatry, Yale University School of Medicine, One Long Wharf Drive, New Haven, CT 06511, USA. erica.peters@yale.edu. Psychol Addict Behav. 2011 Jun;25(2):312-9.
4. Knutsson A, Nilsson T: Tobacco use and exposure to environmental tobacco smoke in relation to certain work characteristics. Department of Occupational and Environmental Medicine, Umeå University, Sweden. anders.knutsson@envmed.umu.se. Scand J Soc Med. 1998 Sep;26(3):183-9.
5. Kageyama T, Kobayashi T, Nishikido N, Oga J, Kawashima M: Associations of sleep problems and recent life events with smoking behaviors among female staff nurses in Japanese hospitals. Department of Mental Health and Psychiatric Nursing, Oita University of Nursing and Health Sciences, 2944-9 Megusuno, Notsuharu, Oita 870-1201, Japan. Ind Health. 2005 Jan;43(1):133-41.
6. García-Díaz V, Fernández-Feito A, Arias L, Lana A: [Tobacco and alcohol consumption according to workday in Spain]. Gac Sanit. 2015 Sep-Oct;29(5):364-9. 
7. Tucker P, Marquié JC, Folkard S, Ansiau D, Esquirol Y: Shiftwork and metabolic dysfunction. Department of Psychology, Swansea University, Swansea, UK. p.t.tucker@swansea.ac.uk. Chronobiol Int. 2012 Jun;29(5):549-55.
8. Balhara YP: Tobacco and metabolic syndrome. Department of Psychiatry, Lady Harding Medical College and Associated Hospitals, New Delhi, India. Indian J Endocrinol Metab. 2012 Jan;16(1):81-7.
9. Cena H, Fonte ML, Turconi G: Relationship between smoking and metabolic syndrome. Department of Applied Health Sciences, Section of Human Nutrition and Dietetics, Faculty of Medicine, University of Pavia, Pavia, Italy. hcena@unipv.it. Nutr Rev. 2011 Dec;69(12):745-53.
10. Lee YA, Kang SG, Song SW, Rho JS, Kim EK: Association between metabolic syndrome, smoking status and coronary artery calcification. PLoS One. 2015 Mar 27;10(3):e0122430
11. Gentner NJ, Weber LP: Secondhand tobacco smoke, arterial stiffness, and altered circadian blood pressure patterns are associated with lung inflammation and oxidative stress in rats. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2012 Feb 1;302(3):H818-25.
12. Middlekauff HR, Park J, Agrawal H, Gornbein JA: Abnormal sympathetic nerve activity in women exposed to cigarette smoke: a potential mechanism to explain increased cardiac risk. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2013 Nov 15;305(10):H1560-7. 
13. Kanbay M, Turgut F, Uyar ME, Akcay A, Covic A: Causes and mechanisms of nondipping hypertension. Clin Exp Hypertens. 2008 Oct;30(7):585-97.
14. Afsar B, Elsurer R, Ozdemir FN, Sezer S: Uric acid and nocturnal nondipping in hypertensive patients with normal renal function. J Nephrol. 2008 May-Jun;21(3):406-11.


giovedì 14 marzo 2013

14 marzo 2013: Giornata Mondiale del Rene – I danni del fumo


Il fumo non solo è deleterio per la progressione di malattie vascolari e polmonari, ma ha anche un effetto fortemente nocivo sulla funzione renale. Il tabacco, infatti, per la presenza di cadmio (*) e piombo (**) (1), che vengono assorbiti dall’organismo, determina alterata emodinamica renale, disfunzione del glomerulo (unità funzionale del rene) e conseguente albuminuria (2), nonché aumentato rischio di malattia renale cronica (3). Aumentati livelli di cadmio nel sangue possono essere associati anche ad esposizione al fumo passivo (4). Il cadmio è un metallo tossico la cui escrezione dal corpo è limitata, per cui una volta assorbito attraverso il fumo di tabacco e attraverso le polveri, tende ad accumularsi nell’organismo (5). L’accumulo di tale metallo è causa di tossicità renale e osteoporosi che spesso vengono osservati successivamente con l’avanzare dell’età (5). Peraltro, sul danno renale da fumo incide anche l’attivazione del sistema nervoso simpatico responsabile a sua volta dell’aumento della pressione sanguigna (1). È riconosciuto che il fumo di tabacco rappresenta uno dei più rilevanti fattori di rischio dei tumori del rene, peggiorandone significativamente prognosi e sopravvivenza (6). Pertanto mettere un freno al tabagismo significherebbe ridurre dal 16 al 18% i casi di cancro renale.

(*) classificato come cancerogeno di Gruppo 1 (cancerogeno accertato per l'uomo) dallo IARC (International Agency for Research on Cancer)
(**) classificato come cancerogeno di Gruppo 2B (sospetti cancerogeni dell'uomo) dallo IARC dallo IARC (International Agency for Research on Cancer)

1. Cooper RG: Effect of tobacco smoking on renal function. Physiology Division, Department of Nursing and Women's Health, University of Central England, Birmingham, UK. Indian J Med Res. 2006 Sep;124(3):261-8.
2. El Housseini Y, Phan O, Burnier M, Vogt B: [Smoking and the kidney]. Division de néphrologie et Consultation d'hypertension, Département de médecine interne CHUV, 1011 Lausanne. Rev Med Suisse. 2009 Feb 25;5(192):457-8, 460-2.
3. Omoloja A, Chand D, Greenbaum L, Wilson A, Bastian V, Ferris M, Bernert J, Stolfi A, Patel H: Cigarette smoking and second-hand smoking exposure in adolescents with chronic kidney disease: a study from the Midwest Pediatric Nephrology Consortium. Wright State University, Dayton OH, USA. Nephrol Dial Transplant. 2011 Mar;26(3):908-13.
4. Jung SY, Kim S, Lee K, Kim JY, Bae WK, Lee K, Han JS, Kim S: Association between secondhand smoke exposure and blood lead and cadmium concentration in community dwelling women: the fifth Korea National Health and Nutrition Examination Survey (2010-2012). BMJ Open. 2015 Jul 16;5(7):e008218. 
5. Schoeters G, Den Hond E, Zuurbier M, Naginiene R, Van den Hazel P, Stilianakis N, Ronchetti R, Koppe JG: Cadmium and children: exposure and health effects. Vlaamse Instelling voor Technologisch Onderzoek, Mol, Belgium. greet.schoeters@vito.be. Acta Paediatr Suppl. 2006 Oct;95(453):50-4.
6. Kroeger N, Klatte T, Birkhäuser FD, Rampersaud EN, Seligson DB, Zomorodian N, Kabbinavar FF, Belldegrun AS, Pantuck AJ: Smoking negatively impacts renal cell carcinoma overall and cancer-specific survival. Institute of Urologic Oncology, David Geffen School of Medicine at the University of California-Los Angeles, Los Angeles, California 90095-7207, USA. Cancer. 2012 Apr 1;118(7):1795-802.

venerdì 8 marzo 2013

8 marzo 2013: festa della donna - prevenzione e difesa della salute

La Festa della donna quest’anno sarà all’insegna della prevenzione e della difesa della salute. Presso il Centro Antifumo Quit si effettueranno visite tabaccologiche gratis per tutte le donne che si prenoteranno nella settimana dell'8 marzo direttamente da questo blog (cliccando qui).

Si ricorda che il fumo è uno dei maggiori nemici della salute e, per la donna i rischi sulla salute sono ancora maggiori. Per rendersi conto in maniera tangibile dei danni della sigaretta possiamo osservare come i suoi effetti sulla pelle sono riusciti a rendere distinguibili due gemelle omozigote. L'immagine in alto mette a confronto i visi di due sorelle gemelle di 53 anni: il risultato è più che evidente. Il tabacco ha segnato la cute di una delle due, che fra rughe e colorito dimostra in maniera evidente una pelle più invecchiata. 
L'immagine soprastante mostra due gemelle che erano identiche: la signora a destra è fumatrice, quella a sinistra no. Le differenze sono evidenti!
Effetti del fumo ancora più evidenti si possono osservare nelle seguenti due gemelle (la fumatrice è a destra!).

Una donna che smette di fumare prima dei 40 anni vede ridursi del 90% la mortalità causata da un prolungato e continuo fumo di sigaretta; se smette prima dei 30 anni, la riduce del 97%. Le fumatrici perdono in media dieci anni di vita e anche se smettere all’età di 40 anni, dopo aver fumato per molti anni, non annulla del tutto il rischio, ma continuare a fumare comporta un rischio dieci volte maggiore.
D'altra parte è molto relativo il concetto di fumare poco, dal momento che per le donne che fumano meno di dieci sigarette al giorno la mortalità a 12 anni risulta raddoppiata rispetto il gruppo di non fumatrici. A tali conclusioni si è giunti in base ad un recente studio è stato condotto su un considerevole numero di donne nate intorno al 1940 e che rappresentano la prima generazione di coloro che hanno fumato in maniera assidua raggiungendo l'età adulta (1).

1) Pirie K, Peto R, Reeves GK, Green J, Beral V; Million Women Study Collaborators: The 21st century hazards of smoking and benefits of stopping: a prospective study of one million women in the UK. Cancer Epidemiology Unit, University of Oxford, Oxford, UK. kirstin.pirie@ceu.ox.ac.uk. Lancet. 2013 Jan 12;381(9861):133-41.


Guglielmo Lauro
vedi anche: